La danza come seconda famiglia
Breve biografia
Anno/età | Attività/formazione |
19 anni | Formazione professionale in microelettronica all’Istituto Tecnico Industriale di Torino. Pratica professionale come specialista di microelettronica. Corsi di danza amatoriali |
20 anni | Corsi di danza spagnola e moderna. Assistente dei corsi e attività amministrativa presso Lo Studio, Torino. Inizio degli studi in informatica all’Università di Torino. Corsi di danza classica e jazz: Scuola Superiore di Danza di Torino e Lo Studio, Torino. Incarichi come danzatore: Italia e Cuba |
22 anni | Corsi di danza contemporanea al Teatro Nuovo, Torino. Vari lavori per finanziare la formazione come danzatore. Interruzione degli studi in informatica. Servizio militare |
24 anni | Ulteriore formazione in danza e corsi di danza contemporanea: Lo Studio, Torino |
27 anni | Diversi incarichi come danzatore per teatri e compagnie di danza indipendenti in Svizzera e all’estero. Prime creazioni coreografiche in danza contemporanea. |
29 anni | Mediatore culturale con giovani per diverse compagnie di danza in Svizzera. Danzatore indipendente in Svizzera, Germania, Italia, Austria |
33 anni | Maestro di danza: Teatro di San Gallo e Tanzhaus di Zurigo. Diversi incarichi come danzatore |
43 anni | Maestro di danza contemporanea: Tanz Akademie Zürich, Scuola universitaria professionale d'arte di Zurigo ZHdK, Leipziger Tanztheater (Germania). Diversi incarichi come danzatore |
45 anni | Maestro di danza contemporanea presso il Conservatorio di Friburgo |
46 anni | DAS in Tanzkultur (oggi Dance/Performing Arts): Università di Berna. Maestro di danza: Scuola universitaria professionale d'arte di Zurigo ZHdK. Diversi incarichi come danzatore |
Come ha conosciuto il mondo della danza?
Ero affascinato dai balli di coppia che i miei genitori praticavano al centro culturale di quartiere. A 19 anni, un’amica mi ha introdotto ai corsi di danza amatoriale. Per tre anni mi sono perfezionato facendo diversi corsi privati di danze spagnole e flamenco. In seguito ho ottenuto un incarico con la compagnia di danza del Teatro di Torino per uno spettacolo a Cuba. Quel viaggio è stato una rivelazione: la cultura cubana, il primo cachet da artista, il palcoscenico e le sue emozioni… L’esperienza mi ha dato una forte motivazione, ma anche il desiderio di perfezionarmi in altri stili, come il jazz, la danza moderna e quella contemporanea. Mi affascina il continuo rinnovamento di quest’arte grazie a influenze diverse: arti marziali, acrobazia, parkour urbano e così via. La danza mi dà moltissimo, è come la mia seconda famiglia.
«A differenza della danza classica, quella contemporanea permette di esibirsi anche dopo i 30 anni.»
Quali sono state le sfide più grandi della sua carriera di danzatore?
Per prima cosa ho dovuto convincere i miei genitori: stavo lasciando gli studi in informatica e dovevo dimostrare che potevo vivere della mia passione ed essere finanziariamente indipendente. C’è anche da dire che ho iniziato “tardi”: la maggior parte delle persone che fa danza contemporanea comincia al più tardi a 14 o 15 anni. Raggiungere il livello richiesto nella danza classica è stato molto impegnativo. Inoltre, vivere di questa professione richiede anche grande flessibilità: in 28 anni di carriera ho lavorato con una trentina di compagnie. Il ritmo delle prove varia molto. A seconda dei progetti, passo tra le cinque e le 40 ore a settimana in sala, da solo o con il gruppo. Serve dunque una buona organizzazione, soprattutto per conciliare il lavoro di danzatore con l’insegnamento e la mediazione culturale. Con l’età cambiano tuttavia anche le collaborazioni: oggi lavoro regolarmente con tre compagnie, di cui due composte da danzatori e danzatrici over 40. A differenza della danza classica, quella contemporanea permette di esibirsi anche dopo i 30 anni, a volte fino ai 70 e oltre! Finché il mio corpo me lo permetterà, continuerò a danzare.
Quali sono le qualità necessarie?
Essere veramente appassionati è la prima condizione per fare carriera. Bisogna credere sempre nelle proprie capacità, soprattutto agli inizi, quando ancora si sta accumulando esperienza e le critiche possono ferire. Molti dei miei incarichi li ho ottenuti grazie ai contatti personali. È importante coltivare la rete professionale: seguire il percorso dei colleghi e delle colleghe, dare un feedback sulle loro performance e così via. È proprio grazie a una proposta di contratto al teatro di San Gallo che sono arrivato in Svizzera. Nella nostra professione è fondamentale trovare un equilibrio tra i bisogni dell’espressione artistica e la vita privata. Bisogna anche essere aperti alla formazione continua: il DAS che ho conseguito in Tanzkultur, ad esempio, mi ha insegnato a stilare il budget di un progetto o a pensare a performance in nuove sedi come i musei. Il master in coreografia che inizierò presso la Scuola universitaria professionale d'arte di Zurigo mi permetterà di approfondire ulteriormente questa disciplina.
Per saperne di più
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Professione: Maestro di danza SUP / Maestra di danza SUP